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Cosa è arte oggi?

È ancora qualcosa che si riconosce a colpo d’occhio o serve un museo?
Nell’epoca in cui anche un oggetto qualsiasi può diventare opera, si mette in discussione il ruolo dell’artista. Ci si chiede quanto conti il sistema dell’arte più dell’arte stessa.


L’arte si è smarrita?

Molti restano sconcertati: l’arte non è più quella che conoscevamo.
Sembra diventata appannaggio di chi non usa una tecnica o un linguaggio riconoscibile.
L’arte di oggi non è più facile da identificare. È ancora arte, o solo concetto?


L’arte è solo nel museo?

Immaginiamo una futura catastrofe che distrugge la nostra civiltà.
In un mondo post-apocalittico, come in Mad Max, dei sopravvissuti trovano un frammento della “Pietà” o un barattolo di Manzoni.
Riconoscerebbero entrambe come opere d’arte?
Forse sì, ma solo se contestualizzate in un museo.
Un quadro senza didascalia esiste ancora come arte?


Ready-made: arte o provocazione?

Il ready-made, “inventato” da Duchamp, è considerato arte perché è la presenza e l’intenzione dell’artista a rendere un oggetto un’opera.
L’artista dà significato, ma senza di lui, quell’oggetto resterebbe comune.


Come definiamo l’arte oggi?

La parola ars in latino significava “capacità di produrre un oggetto”.
Oggi non basta più.
Neanche “la capacità di creare forme di espressione estetica” descrive tutto ciò che chiamiamo arte contemporanea.


Chi c’è oltre l’artista?

Forse un’opera d’arte è ciò che un critico recensisce, un gallerista espone e un mercante commercia.
Una visione provocatoria, che mette in secondo piano l’artista.
Eppure, il mercato e il sistema dell’arte hanno un potere enorme nel definire cosa è arte.


Arte oltre l’artista: realtà o utopia?

“Come affermava Marcel Duchamp, l’arte è anche un atto concettuale.

“Puoi leggere anche La stampa e i cinque sensi

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